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TIRO al BARATTOLO

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SIAMO TUTTI VINCITORI

È nauseante la immedesimazione che i giornalisti fanno delle vittorie e delle medaglie conquistate. All'improvviso tutta l'Italia è diventata forte, agile, campione, eroe ... tutti siamo diventati leoni capaci di dare la zampata o la stoccata finale ... tutti siamo saliti su quei podi e sventolato il mazzetto di fiori. Poi ci accorgiamo che la vita è diversa, che non arriviamo a fine mese anche se con le medaglie al collo, che i problemi sono gli stessi di sempre e le energie per superarli vengono sempre meno. Altro che eroi con ricco medagliere!

Ha scritto Franco Bomprezzi su Vita.it: "Schwazer ci ha messo tutti con le spalle al muro. E’ dall’inizio delle Olimpiadi che non sopporto la litania sulle medaglie italiane. E quante ne abbiamo conquistate, e quante ne abbiamo perse per un soffio, e quante ne prenderemo ancora, e quante ne abbiamo vinte a Pechino. Sembra che l’Italia si possa giudicare oggi solo per il numero delle medaglie conquistate a Londra. A me, sinceramente, non importa affatto. Mi sono entusiasmato per il sorriso trionfante di un nostro atleta felice di essere arrivato decimo nella gara di triathlon, mi è piaciuta la spavalda facilità di corsa di Usain Bolt, mi ha commosso lo scambio di pettorale tra Pistorius e il vincitore della finale dei 400 metri (del quale non ricordo neppure il nome). Il moralismo di queste ore è asfissiante e falso, frutto di un farisaismo che ormai ammorba l’aria di questo Paese. Sepolcri imbiancati, pronti a giudicare gli altri, e a non mettersi mai in discussione. Giudicare senza conoscere, senza sapere. Certo, Schwazer ha compiuto un gravissimo errore, prima di tutto nei confronti di se stesso. Ma la sua confessione dovrebbe casomai spingerci a cercar di capire quanta epo ci sia nel sangue di tanti altri atleti, di Paesi nei quali ad esempio i controlli non si fanno per principio, ma che vengono esaltati per capacità di sacrificio e di applicazione".

Io piuttosto mi domanderei quanta EPO sia iniettata ne sangue degli italiani comuni. Quanto doping mentale e falso irenismo sia seminato così da perdere di vista la fatica del vivere quotidiano. Meglio guardare alle medaglie che appartengono a chi le ha vinte, che non penderanno mai al nostro collo, dandoci l'illusione di essere dei vincitori, che guardare al mondo della politica e della finanza, al disagio sociale, alla povertà che avanza ... in fondo siamo tutti vincitori.